Oreficeria
La sezione è composta da più oggetti conservati con il corredo del patriarca Bertrando ornandone le spoglie all’interno dell’arca.
Astuccio devozionale (Foto 1, 2, 3)
Trittico; XII secolo XV;
Legno (bosso), metallo dorato; 65×57 mm, 61×55 mm, 58×53 mm.
L’astuccio è composto di tre parti, valve, snodabili e intagliate, unite con una montatura di lamina d’ottone, raccordate con quattro cerniere, chiusura con una lamella sagomata.
Le figure raffinatamente intagliate sono presentate con il nimbo dorato sotto un arco lobato con fiori, mistilineo, e approfondito, su un fondo a colonnine, una scritta identifica i personaggi. Anche la cornice presenta tracce dorate. Nella valva centrale è rappresentato seduto in trono il Pantocrator con il libro, ai suoi lati figurano in piedi la Vergine Maria e San Giovanni. In alto due angeli in preghiera con i monogrammi della Madonna, Gesù e Giovanni Battista. Sopra il trono un’altra scritta. Nella parte sinistra sono rappresentati cinque santi in veste pontificale che la scritta indica essere: Anastasio, Nicola, Crisostomo, Gregorio e Basilio. Nella parte destra sono raffigurati a cavallo S. Demetrio che colpisce l’eresia e S. Giorgio che colpisce il drago, accompagnati in alto da due angeli che portano le corone.
Il trittico si considera di epoca medio bizantina, dall’esame delle figure, mentre si collega al genere delle stauroteche bizantine presenti in alcune collezioni europee prevalentemente realizzate in metallo e smalti (Liegi, chiesa di S. Croce, Trittico della croce), mentre per la qualità del contenitore e delle cerniere sembra trovare corrispondenze nella produzione del sec. XV.
L’oreficeria esposta nel museo comprende soprattutto oggetti donati da devoti al beato Bertrando dopo la sua morte, in seguito alla diffusione del suo culto, di cui fu artefice Nicolò di Lussemburgo. Gli anelli ecclesiastici e l’astuccio devozionale sono coevi all’epoca delle principali opere presentate, risultavano nel corredo del patriarca, completano quello che viene a chiarirsi come un percorso storico-artistico del medioevo.
La serie di ventidue anelli (Foto 4, 5)
Questi anelli sono tutti stati donati al beato Bertrando da devoti dopo la sua morte e in più occasioni, in omaggio alle sue spoglie Appartengono a secoli diversi, e hanno origini differenti. Sono realizzati con oro, argento, smeraldi, rubini, zaffiri, ametiste, perle di fiume. Nel periodo gotico l’anello è un gioiello che acquista sempre più larga diffusione, la varietà e il valore degli anelli si riafferma in tale periodo, torna a essere un oggetto di lusso portati sia da uomini che da donne. Quelli esposti presentano sia lavorazioni accurate che abbastanza semplici in relazione allo stile stesso.
La suddivisione in gruppi tiene conto della datazione più attendibile per ognuno di essi.
- Cammeo romano in agata raffigurante un volto maschile di profilo, montato su anello d’oro del sec. XVI, che ai lati del castone termina con due teste di felini.
- Anello d’oro giallo gambo liscio termina con un doppio intreccio, un castone rilevato, quadrato con pietra verde, fermata da quattro griffes, secondo quarto del secolo XIV-XV secolo.
- Anello d’oro giallo, gambo liscio, castone esagonale con ametista piramidale, sec. XIV-XV.
- Anello d’oro giallo, intorno al gambo una serie di perle (infilate in filo d’oro fissato alle estremità), sorregge al centro due castoni rialzati con una pietra blu e una rossa, lateralmente ad altezza più bassa una pietra celeste e una rossa, sec.XIV.
- Anello femminile in oro giallo, gambo lavorato, con scanalatura riempita da una serie di perle di fiume infilate a loro volta entro un filo d’oro, fissato alla parte terminale con due piccole pietre rosse (rubini?) incastonate; al centro su base rettangolare piatta sono fissati due castoni montanti una pietra rossa (rubino) e un turchese di forme ovali, un altro perno con perla di fiume, più esterno, sec. XIV.
- Anello d’oro giallo, femminile, gambo liscio, nello spessore del castone è inserito un rubino, ai lati una perla di fiume infilata nel perno, a cui probabilmente corrispondeva un’altra in opposta posizione, sec. XV.
- Anello d’oro giallo, gambo a fascetta incisa e lavorata a puntini, il castone lavorato e inciso reca tra quattro griffes una pietra blu, sec. XV.
- Anello in oro lega, gambo lavorato, corona a margherita di brillanti montati a notte, sec. XIV.
- Anello d’argento, presenta il gambo a filo attorto, il castone caratterizzato da un ovale a fondo rosso su cui è raffigurato un cervo di colore giallo, racchiuso in una semisfera trasparente, fine del sec. XV inizi del XVI.
- Anello d’oro giallo, con perla montata con lavorazione a chiodo, sec. XV-XVI.
- Anello d’oro giallo, con perla montata con lavorazione a chiodo, sec.XV- XVI.
- Anello d’argento con sfera fissata a chiodo e roteante, sec.XV- XVI.
- Anello femminile in oro giallo, dal gambo liscio due castoni triangolari con un turchese e un rubino, al centro con quattro griffes è trattenuta una pietra celeste trasparente, inizi sec. XVI.
- Anello in argento, il castone di forma ovale con copertura trasparente contiene all’interno la raffigurazione, a colori non netti, della Sacra Famiglia e sembra anche il San Giovannino (tenuto dal San Giuseppe). La corona a fiore è formata da dieci pietre trasparenti fissate “a notte”, di cui due mancanti esaltati su lamina, profilata, XV-XVI secolo.
- Anello d’oro con sigillo, presenta sulla parte superiore quadrangolare, il sigillo con uno scudo tra due gigli, tre pallini sia sul lato sinistro che su quello destro, il gambo è decorato a fogliami, sec. XV-XVI.
- Anello d’oro, gambo terminante in due steli curvi con incisione mistilinea, che caratterizza anche il retro del castone pieno, rettangolare con ametista chiarissima, sec. XVI.
- Anello d’oro giallo, argento. Il gambo è caratterizzato da una linea di puntini in rilievo, sormontato da un castone a fondo pieno con una pietra rossa, quadrata, sec.XVI.
- Anello d’oro giallo sulle parti terminali due teste di felino (lince ?) su cui poggia il castone lavorato di forma ottagonale con pietra rossa, sec. XVI.
- Anello in oro giallo, gambo liscio, castone irregolare con pietra celeste trasparente fermata da quattro griffes, sec. XVII.
- Anello in argento, gambo a fascetta, attorno alla pietra trasparente centrale sono disposte otto pietre più piccole, profili lavorati, sec. XVII.
- Anello con gambo d’oro giallo, pietra verde scuro rettangolare montata in un castone pieno, secolo XVII (?).
- Anello lega oro -argento gambo liscio diviso al castone, su cui è fissata un’ ametista con taglio ottagonale fermata da quattro griffes, XVII secolo.
Anello cerimoniale - papale (Foto 6, 7)
Sec. XIV
Anello di bronzo, sul castone è inserito un quarzo-ametista tendente al blu, di forma quadrata, sulla curva del gambo la scritta P. PAVLVS, a bassorilievo sono raffigurati sul lato frontale Gesù con il libro e la mano destra alzata nel segno della Trinità, su quello destro e sinistro: le chiavi indicanti Pietro apostolo, i simboli dei quattro evangelisti. E’ un anello che veniva impiegato nelle cerimonie religiose da alte personalità ecclesiastiche. L’ametista è tra le pietre che simboleggiano i dodici attributi di Dio, tra i quarzi rappresenta Dio.
Anello ecclesiastico (Foto 8)
Sec. XV
Anello in lega, una grande ametista di forma ottagonale inserita su base, fermata da quattro griffes.
L’anello presenta una foggia medievale, le sue dimensioni sono proprie del genere cerimoniale ecclesiastico, impiegato da vescovi e abati.
Anello vescovile / papale (Foto 9, 10)
Sec. XV-XVI
Anello in bronzo, castone con quarzo incolore- diaspro, gambo spezzato, caratterizzato da un’incisione con motivi floreali, ai lati simboli liturgici.
Il diaspro è tra i quarzi che simboleggiano Dio, quello che rappresenta Dio vivente.
Come per gli altri due anelli le grani dimensioni di questo esemplare sono giustificate dalla necessità di venir infilato sopra i guanti pontificali durante le cerimonie. L’esemplare presenta il gambo spezzato , si tratterebbe forse di un anello piscatorio (Lat. Sotto l’anello del pescatore) cioè usato dal papa per ufficializzare come sigillo i documenti; anche se in questo esemplare la pietra non ha alterazioni ed è liscia. Questo tipo di anelli alla morte di ogni papa viene spezzato e il suo successore ne riceve uno nuovo. Un esemplare simile, assegnato a Sisto IV, è conservato nel tesoro della Basilica di San Pietro di Roma, Sala II, Credenza 12°.
Reliquiario di Santa Elisabetta (Foto 11)
Adattata a fermaglio; prima metà del sec. XIII e seconda metà del XIV; manifattura germanica; oro, argento, pietre e perle; 4,8×4,8 cm. Il fermaglio è costituito da due parti di epoche diverse. La parte centrale è quella più antica, si tratta di una croce pettorale d’oro con pietre incastonate. La pietra centrale di colore azzurro, probabilmente un cristallo d’acquamarina, di forma esagonale è incassata in una cornice quadrata contornata a minuti smerli. Quattro pietre rosse sono incastonate in cornici simili, ottagonali, con asse longitudinale rivolto verso il centro della croce, tranne una di esse che è spostata.
Quattro perle fissate ognuna in due punti, le separano.
Una lamina più grande è fissata sul retro della croce quale porzione della valva in metallo dorato che compone una piccola scatoletta reliquiario con una piccola reliquia di Santa Elisabetta.
La forma è un ottagono irregolare, con orlo rifinito da foglioline. All’interno del perimetro si legge la scritta con smalti rosso e blu: + ISTA RELIQUIA FUIT D(OMINE) S(an)c(t)A(e) ELISABE(thae) RE(g)INA(e) UNGARI(a)E QUA(m)D(onum) D(edit) CAROLUS I(m)P(er)ATO(r) BEATO B(er)TRANDO…CORPO(r)IS BERTRANDI. E’ questa la parte risalente al XIV secolo, che conferisce alla croce l’attributo di reliquia, e ne chiarisce la foggia a fermaglio , in considerazione anche al diffuso impiego di tale elemento sia nell’abbigliamento civile che ecclesiastico. Come testimonia la scritta questo oggetto è stato donato dall’imperatore Carlo IV di Lussemburgo quale omaggio alle spoglia del beato Bertrando. La reliquia della Santa Elisabetta d’Ungheria (1207-1231) e sembra anche la croce sia stata prelevata dal tesoro della stessa in Turingia, furono appositamente composte per la destinazione al beato Bertrando. Le caratteristiche della croce (parte più antica) fanno ritenere si tratti di un manufatto realizzato in area germanica, pur presentando affinità stilistiche e materiche riscontrabili in altri manufatti di area ungherese, e in particolare in altre due croci dello stesso periodo: Firenze, Museo del Bargello, Colmar-Cluny.