Cappella di San Nicolò (San Nicola di Bari)

La Cappella di San Nicolò (Foto 1) e la Cappella di San Pietro e Santo Spirito subirono una trasformazione dopo il 1730 ca. a seguito della Riforma del Duomo: fu concesso alla famiglia Masolini di collocarvi le proprie sepolture. Le due cappelle furono unite abbattendo la parete che le separava, creando un unico vano, detto poi cappella Masolina . In luogo agli archi di accesso originari fu costruito l’Altare del Nome di Gesù, tuttora visibile nella sua forma convessa/arrotondata.

La parete attuale che divide i due ambienti è stata ricostruita durante i restauri del 1957-1960, con il fine di riportare filologicamente l’edifico alla sua più prossima conformazione originaria.

Al tempo del patriarca Bertrando la cappella di San Nicolò apparteneva alla Confraternita dei fabbri e si presume sia stata eretta su progetto del Patriarca Pagano della Torre (1319-1332). Con la riforma settecentesca della famiglia Manin fu esclusa, con la cappella adiacente –sala 2- , dal presbiterio, perché fosse costruito il muro ad arco che prevedeva un nuovo altare del nome di Gesù. Tra il 1729 e il 1730 il muro che divideva le due cappelle venne abbattuto e fu creata una sola cappella detta Masolina . Utilizzata dagli ecclesiastici soltanto, diventò magazzino fino al 1911 quando furono riscoperte parti degli affreschi , ovvero la porzione dipinta con le esequie di San Nicolò e le parti inferiori. Nel 1953 fu ricostruito il muro divisorio originario tra le due cappelle. Nella cappella di San Nicolò risultarono tre strati di affreschi: affreschi seicenteschi , affreschi di Vitale da Bologna e aiuti (1348-1349), affreschi del periodo di Pagano della Torre .

Tutti gli affreschi di Vitale da Bologna sono stati restaurati tra il (1987-1989)

Foto 1 - Cappella di San Nicolò

Sulla parete di fondo (Foto 2), nei registri inferiori affreschi assegnati al 1320-1340

A sinistra sotto la finestra (Foto 3)

Entro resti di una cornice dipinta sono rappresentati S. Francesco, con la scritta TO S, riferita però ad un’altra immagine che non esiste più, seguono Santa Chiara di cui si riconosce in parte un attributo: il turibolo, la Vergine seduta con il Bambino Gesù e Santa Caterina d’Alessandria di cui sono leggibili la ruota e la spada, suoi attributi.

A destra sotto la finestra (Foto 4)

A lato in due tempi suddivisi con la scritta [LU] CIA ANTE REGEM Santa Lucia incoronata , 1- arrestata , 2- al cospetto del re.

Foto 2

Foto 3

Foto 4

Tra le due finestre San Nicolò in gloria (Foto 5), attribuito a Vitale da Bologna e aiuti.

San Nicolò è rappresentato in gloria, seduto su un trono, in abiti episcopali, non sono riconoscibili, benchè forse non raffigurati, gli attributi con cui più frequentemente viene dipinto: le tre sfere d’oro o borse di denari, e il pastorale suoi attributi.

S. Nicola di Bari è uno dei più popolari Santi cristiani, protettore dei fanciulli, dei naviganti, dei viaggiatori e delle giovani. Fu vescovo di Mira nel IV secolo, le sue spoglie furono traslate a Bari nell’ XI secolo.

A sinistra San Fortunato (Foto 6), attribuito a Vitale da Bologna e aiuti, nella parete centrale a sinistra.

Si identifica con S.Fortunato in riferimento agli attributi raffigurati (palma) e alla posizione che occupa l’affresco rispetto al S. Ermacora. E’ stato probabilmente scelto come soggetto per i riferimenti con la storia dell’edificio. Il culto dei santi eponimi della Chiesa di Aquileia è stato rinnovato dal Bertrando.

A destra, un Santo Vescovo, Ermacora (Foto 7). La critica è concorde nell’identificazione dei due santi aquileiesi raffigurati molto probabilmente per i riferimenti con la storia dell’edificio, essendo stato riaffermato da Bertrando il culto dei due santi eponimi della Chiesa di Aquileia.

Foto 5

Foto 6

Foto 7

Sul registro inferiore a sinistra S. Cristoforo (Foto 8) attribuito a Vitale da Bologna e aiuti.

La figura del santo è rappresentata con il Bambino Gesù sulle spalle, attributo principale, mancando una parte di affresco si presume fosse completata del bastone a cui si sorregge, e considerato l’attributo secondario. La figura di questo santo è tra le più diffuse nell’iconografia cristiana. Cristoforo in greco significa portatore di Cristo. La leggenda narra infatti che per la sua corporatura robusta si sia messo a disposizione dei viandanti per aiutarli ad attraversare il fiume. Un giorno nelle fattezze di un bambino si era presentato Cristo, l’uomo aveva constatato che quel fanciullo era piuttosto pesante per le sue fattezze, e a ciò gli fu risposto che aveva avuto sulle spalle tutto il mondo, ma eziandio colui il quale creò tutto il mondo.

Sul registro inferiore a destra San Girolamo (Foto 9) attribuito a Vitale da Bologna e aiuti.

Il Santo è presentato in una delle triplici trilogie con cui viene iconograficamente dipinto: seduto in uno studio intento nello scrivere o leggere, essendogli stata attribuita la traduzione della Bibbia.
E’ uno dei quattro Padri della Chiesa.
Sono parzialmente leggibili nell’affresco altri dettagli dell’ambientazione.

Nella lunetta superiore i resti di una Pentecoste (Foto 10), purtroppo molto guasta, il tema è stato identificato dalla critica sulla base degli elementi iconografici, era questo probabilmente il tema unificatore dell’intera parete. Purtroppo l’intervento che ha rovinato la parte più ampia permette di identificare della Pentecoste (Discesa dello Spirito Santo) solo alcune figure laterali probabili apostoli dei dodici rappresentati dall’iconografia medievale.

Foto 8

Foto 9

Foto 10

Nella parete meridionale, l’affresco eseguito da Vitale (Foto 11), su commissione della Confraternita dei fabbri. In questi dipinti si avverte un’iconografia molto composta, piuttosto diversa dai dipinti del pittore nello stesso periodo.

Nella lunetta in alto sono rappresentate Le esequie di San Nicolò (Foto 12).

Nella fascia inferiore a sinistra Il miracolo della coppa d’oro (Foto 13), la composizione si divide in due tempi la storia che rappresenta un miracolo di San Nicola: un bimbo è caduto in mare dalla barca, gli occupanti si disperano nel cercarlo; nella chiesa sono inginocchiati i genitori del fanciullo, che viene riconsegnato dal Santo. Per il ritrovamento del bambino il padre aveva fatto realizzare una coppa d’oro che sarebbe stata donata a colui che avesse ritrovato il figlio. Sulla cornice a destra si sovrappone il volto di una Santa, non identificabile, che non ha legami con le storie e con la pittura di Vitale.

Foto 11

Foto 12

Foto 13

Nella fascia inferiore a destra la Resurrezione dei fanciulli posti in salamoia dall’oste malvagio (Foto 14, 15) Intensa l’espressività dei personaggi che si possono ritenere vere e proprie invenzioni vitalesche pur rivelando la mano degli aiuti. Il miracolo rappresentato è uno dei più noti: Nicolò prende alloggio dall’oste che ha appena ucciso tre fanciulli. Nicolò in vesti episcopali li resuscita miracolosamente. L’oste accenna a una richiesta di perdono. Questo miracolo è tra quelli che assegnano al Santo il titolo di protettore dei fanciulli.

Foto 14

Foto 15

Miracolo del contadino disonesto risuscitato (Foto 16, 17) Davanti ai giudici si presentano un contadino e un ebreo. L’ebreo sostiene di aver prestato una somma al contadino che a sua volta afferma di avergliela restituita. Recandosi in tribunale, pur di vincere la causa il contadino, nasconde i soldi in un bastone che reca con sé, prima di porre la mano sul libro per giurare, chiede all’ebreo di tenergli il bastone, poi giura e afferma che il denaro lo ha restituito al creditore. Ottiene così la sentenza in suo favore e si riprende il bastone. Va segnalato che in vesti di ebreo non è il contadino, la scena rappresentata fa riferimento ad un momento precedente della storia, quando l’ebreo si reca in tribunale e per accedervi deve fare giuramento. L’ affinità con il giuramento, che avviene successivamente da parte del contadino, può confondere la lettura temporale della rappresentazione.

Nell’ultimo comparto a destra il seguito del miracolo del contadino, in cui la naturalezza espressiva dei personaggi sembra rimandare a una ripresa diretta dalla realtà. Il contadino, uscito dal tribunale, si addormenta sulla strada, un carro (parzialmente visibile) lo travolge uccidendolo. Il racconto proseguirebbe con il bastone che viene spezzato e i soldi si spargono in terra, si rivela così lo stratagemma. L’ebreo impietosendosi invoca San Nicolò, dichiarando di convertirsi al cristianesimo se dà di nuovo la vita al contadino. Il Santo opera il miracolo e l’ebreo si converte.

Foto 16

Foto 17

Nell’intradosso dell’antico arco d’accesso al presbiterio, sul lato destro della porta di entrata del museo ci sono otto quadrilobi nei quali sono visibili solo sei figure di Sante e Profeti (Foto 18, 19, 20).

Foto 18

Foto 19

Foto 20

Si identifica la figura di Gionata, S. IONATAS (Foto 21). Nella parte inferiore è raffigurato S. Nicolò, S. NICOLAVS, in vesti episcopali (Foto 22).

Foto 21

Foto 22

La parete a nord che divide le due cappella presenta due registri di affreschi scoperti al di sotto degli affreschi di Vitale nella parete sud e poi staccati e posti su quella attuale (ricostruita). Questi dipinti, essendo precedentemente sulla parete a sud, proseguivano, si presume, con altre figure, presumibilmente perdute in seguito all’apertura della porta, che immette all’attuale coro della cattedrale.

Sulla parete nuova gli affreschi sono stati fissati nel 1963 dopo lo strappo dalla parete a sud.

E’ dato credere che il ciclo dedicato al Santo titolare comprendesse sulla parete nord (abbattuta nel 1730) altri registi di affreschi con forse le storie del Santo in vita o scene di suoi miracoli in vita, come di consueto. Nella porzione della parete originaria (ora occupata dalla vetrine dell’oreficeria), durante il restauro del 1960 furono rinvenuti alcuni reperti d’affresco di epoche differenti. (Foto 23) Di cui uno riferibile, per connotati stilistici e decorativi, agli affreschi di Vitale. Si considera dunque l’unica testimonianza pervenuta della decorazione presente sulla parete nord in origine. Il lacerto (Foto 24) è esposto nelle SALE SUPERIORI.

Foto 23

Foto 24

Altre testimonianze che il ciclo sia stato modello per altre produzioni successive in Friuli, per mano di seguaci o allievi di Vitale, sono presenti a Vuezzis nella chiesa di San Nicolò.

(Foto 25) Il registro superiore della nuova parete è quindi ora occupato dagli affreschi databili al 1320-1330 e raffigurano:

l’Incoronazione della Vergine con il Padre Eterno tra i Santi:: S. Giacomo maggiore -S. IACOPUS, San Giovanni Evangelista -S. IOANES, San Giovanni Battista-S. IOANES, S. Pietro- S. PETRUS, S. Biagio-S. BIASUS, S. Agnese-S C A GNES sancta A[GNES].

(Foto 26) Mentre il registro inferiore un Santo, N [ICAS] IUS che indossa una tunica violacea e che tiene in mano la testa mozzatagli. Nicasio, fondatore di Reims, che fu invasa dai vandali, durante tale evento N. rimase sulla soglia della cattedrale in compagnia della sorella, vennero decapitati insieme ad alcuni fedeli. Centrale una Madonna con Bambino; a destra San EligioS. ALOY, che porta delle catene, corrispondenti ai suoi attributi in quanto Santo protettore dei fabbri.

Foto 25

Foto 26